UNIONE EUROPEA. Indagine sulla possibile Infowar russa durante le elezioni 

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La Commissione europea sta indagando se “nuovi rischi”, in particolare l’uso dell’intelligenza artificiale (AI) e degli attacchi informatici, abbiano influenzato le elezioni del Parlamento europeo. 

Primo iniziato è la Russia, riporta BneIntelliNews. “Siamo nell’epicentro della guerra dell’informazione”, ha detto Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea per i valori e la trasparenza, durante una sessione di discussione del vertice europeo di Praga la scorsa settimana. “La Russia è il campione globale nella diffusione della propaganda e nell’utilizzo di questi nuovi strumenti”, ha affermato Jourova.

Il Vicepresidente ha affermato che Mosca ha prima preso di mira Slovacchia, Bulgaria e Serbia con questi nuovi strumenti di disinformazione, per poi passare a Francia, Polonia e Germania prima delle elezioni europee. L’Osservatorio europeo sui media digitali ha identificato i tre paesi come obiettivi particolari della disinformazione russa.

In Polonia la disinformazione russa diffusa sui social network prima delle elezioni ha promosso la narrazione secondo cui i rifugiati ucraini erano diventati un peso per la società. A maggio l’agenzia di stampa polacca PAP ha anche pubblicato una notizia falsa sui piani del governo per una “mobilitazione parziale per l’invio di truppe in Ucraina”, causata da un attacco informatico.

A marzo l’intelligence ceca ha scoperto un sito web registrato a Praga e finanziato da Mosca, Voice of Europe, che promuoveva politici europei di estrema destra sui social media come X e Facebook. Successivamente il sito web si è trasferito in Kazakistan e lo scandalo ha danneggiato l’estrema destra tedesca AfD alle elezioni.

Prima delle elezioni parlamentari slovacche del settembre 2023, il partito liberale progressista slovacco è stato colpito da un video deepfake sui social media che faceva sembrare che stesse pianificando di aumentare i prezzi della birra.

Tutto ciò ha accresciuto i timori che la Russia potesse lanciare una massiccia campagna utilizzando tali strumenti per interrompere le elezioni del Parlamento europeo. Jourova ha affermato che la sua prima impressione è stata che la disinformazione russa non è stata un “disastro” nelle elezioni, ma si saprà di più quando il rapporto della Commissione sarà pronto a settembre.

Il commissario europeo ceco, che si dimetterà quest’estate dopo due mandati, ha affermato che i social media hanno una responsabilità particolare nel contrastare la disinformazione. Nell’Europa centrale e orientale, i sondaggi mostrano che i social media e le app di messaggistica gratuiti sono spesso considerati più affidabili rispetto ai media tradizionali. Ciò può portare i cittadini a vivere in bolle informative e a fare affidamento solo su rapporti distorti e parziali.

La Commissione Europea uscente ha approvato diversi atti legislativi per costringere i social media a monitorare meglio i loro risultati, in particolare il Digital Services Act. Ha confutato le argomentazioni delle major dei social media secondo cui l’Ue stava limitando la libertà di parola.

Particolarmente preoccupanti sono stati i social media come Facebook e Instagram (di proprietà di Meta), YouTube (Alphabet) e TikTok, poiché spesso erano gli unici media guardati dai giovani.

La Commissione sta indagando su TikTok da febbraio, ha detto Jourova, per verificare se stesse facendo uno “sforzo attivo per creare dipendenza”. Il rapporto dovrebbe essere pronto dopo l’estate, ha detto, e potrebbe dimostrare che l’Ue ha bisogno di inasprire i limiti sui social media di proprietà cinese. X ha assunto una posizione conflittuale nei confronti della Commissione, culminata con l’uscita della piattaforma social dal codice di condotta volontario dell’UE a maggio.

La Commissione sta inoltre indagando sulla piattaforma di social media Telegram, particolarmente apprezzata in Russia. Jourova ha affermato che la piattaforma attualmente non rientra nell’ambito di competenza della Commissione in quanto afferma di avere solo 42 milioni di utenti, ma ritiene che ciò sia “improbabile”, quindi la stanno controllando.

Per quanto riguarda la minaccia alla libertà dei media da parte dei governi populisti, Jourova ha affermato che l’European Media Freedom Act, che entrerà in vigore nell’agosto 2025, “ci darà una migliore possibilità di affrontare i problemi in Slovacchia, in Ungheria”.

La Commissione Europea sta utilizzando gli strumenti esistenti per combattere la crescente tendenza dei governi autoritari ad approvare leggi sugli “agenti stranieri”. Questi sono presumibilmente progettati per migliorare la trasparenza, ma in realtà vengono utilizzati per soffocare le Ong e i media indipendenti che fanno affidamento su finanziamenti esteri.

Luigi Medici

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